domenica 24 marzo 2013

"NON SIATE MAI TRISTI"

"Non lasciatevi rubare la speranza, non siate uomini e donne tristi". Questo l'incipit dell'omelia di Papa Francesco per la Messa delle Palme che dà inizio alla settimana santa. Una settimana santa che sicuramente ci riserverà altre sorprese, oltre a quella già annunciata per il Giovedì Santo, dove la "Lavanda dei piedi" sarà compiuta in un Istituto penitenziario minorile.
Il giorno dopo lo storico incontro con il "fratello" Ratzinger a Castel Gandolfo, Papa Francesco oggi ha parlato a più di duecento mila fedeli, ipnotizzandoli con il suo linguaggio assolutamente spontaneo e la sua ormai rinomata omelia "a braccio". Ricorda la sua nonna, che a lui e ai suoi amichetti aveva detto "il sudario non ha tasche", per fargli capire che i soldi, una volta morti, non possiamo portarceli con noi. Un chiaro ammonimento agli avidi e agli assetati di denaro.
Poi si rivolge ai giovani: "Devono dire al mondo che è bello portare Gesù al mondo, alle periferie, a tutti gli uomini".
"Un cristiano non può mai essere triste, non scoraggiatevi, la nostra non è una gioia che nasce dal possesso delle cose, ma dall'aver incontrato Gesù che è in mezzo a noi", continua sempre a braccio, "con Lui non siamo mai soli anche nei momenti difficili: è in questi momenti che arriva il diavolo, mascherato da altri, non ascoltatelo, seguite Gesù che ci porta sulle spalle".
Poi un passo importante sui mali del mondo: "Guerre, violenze, conflitti economici colpiscono chi è più debole, sete di denaro, sete di potere, corruzione, divisioni e crimini contro la vita e il creato". Conclude dicendo che "Noi possiamo vincere il male che c'è in noi e nel mondo, con Cristo e con il Bene". A bordo della jeep scoperta ha salutato i fedeli in Piazza San Pietro e quando ha riconosciuto un gruppo di fedeli di Buenos Aires ha fatto fermare la jeep, è sceso per andare ad abbracciarli e farsi abbracciare e baciare, in una occasione che ormai sta diventando sempre più solita, tanto da non preoccupare il generale e gli uomini della Gendarmeria Vaticana. Anzi lo stesso generale Giani  ha sollevato un disabile perché il Papa potesse baciarlo, come ha fatto anche con tanti bambini piccoli.

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