sabato 30 marzo 2013

UMILE CON GLI ULTIMI

In continuità con un pontificato sin dall'inizio improntato su umiltà e rifiuto della ricchezza, Papa Francesco ha scelto di celebrare il rito del Giovedì Santo nel carcere minorile di Casal del Marmo, a Roma.
Alla cerimonia hanno partecipato dodici persone, quanti i discepoli, ma con una novità: la presenza di due donne di cui una serba , nata a Roma, di fede musulmana.
"Adesso faremo questa cerimonia di lavarci i piedi e ciascuno di noi pensi: io davvero sono disposto a servire, aiutare l'altro", così ha esordito Papa Francesco, per poi continuare:"Pensi quello soltanto, e questo segno è una carezza di Gesù, che fa perchè Gesù é venuto proprio per questo, per servire per aiutarci". "Quello che è più in alto deve essere al servizio degli altri", ha aggiunto, "Questo è un simbolo e un segno: lavare i piedi vuol dire che io sono al tuo servizio". Poi ha proseguito il suo dire, ritornando sul tema della speranza, la speranza che deve valere soprattutto anche per i detenuti del carcere e che loro stessi non devono farsi rubare. "Sempre con la speranza avanti, non fatevi rubare la speranza", queste le sue parole a proposito.
Il telo usato da Papa Francesco per il rito della lavanda dei piedi è stato realizzato da altri ragazzi, gli ospiti della comunità di Villa San Francesco di Pedavena. Qui hanno realizzato il "grembiule", tessuto con un ordito di 720 fili diversi giunti da Nazareth, Betlemme, Gerusalemme e altri paesi fra Palestina, Israele e Terra Santa, con l'intento di ricostruire simbolicamente i viaggi a piedi di Gesù di due mila anni fa.
Ancora una volta Papa Francesco ha fatto una scelta innovativa, audace e, non dimentichiamolo, generata da una Chiesa povera e oppressa come quella sudamericana. Al termine della celebrazione, il Papa ha donato uova di cioccolato e colombe pasquali ai giovani detenuti, ponendo ancora una volta l'accento sulla speranza e sull'aiuto reciproco.

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